“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e I visi amici:
Considerate se questo é un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sí o per un no.
Considerate se questa é una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza piú forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d´ inverno.
Meditate se questo é stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.”[2]
El presente trabajo tiene como marco teórico los textos de Primo Levi, Se questo é un uomo, a Valeriano Bozal en el capítulo referido a Zoran Music del texto El tiempo del estupor[3], y a Giorgio Agamben en Homo Sacer III, Lo que queda de Auschwitz[4].